La poetica del chianti comincia in vigna. Si perché non esiste l’uva del chianti, esistono però le colline dove si coltivano le viti su cui matureranno i grappoli delle uve con cui si produrrà il vino. Ma cosa hanno di così speciale le colline del Chianti, cosa hanno di così straordinario questi vigneti? Sono in Toscana, una delle regioni più belle del mondo e sono in quelle province rurali tra Siena e Firenze, le più incantevoli e affascinanti al mondo. Il Chianti è un vino che si ottiene da uve di Sangiovese, per almeno l’80%. Il restante 20% può essere composto da una selezione di altre uve a bacca rossa ammesse dal disciplinare. Le uve a bacca bianca non possono invece superare il 10% del totale. Ma la particolarità qual’è? La particolarità sta nel fatto che queste uve devono obbligatoriamente provenire da vigneti coltivati in questa zona geograficamente geograficamente omogenea e pertanto le colline del Chianti costituiscono un ampio paesaggio unico al mondo che si estende fino oltre l’orizzonte con un mosaico di vigneti diversi che crescono fianco a fianco e producono uve che maturano insieme in un grande ecosistema che conduce al risultato corale che gustiamo in calice. Per questo le colline del chianti sono così speciali. Perché le sue vigne sono un’orchestra di viti che crescono fianco a fianco nelle percentuali giuste, imposte dal disciplinare per ottenere il famoso vino toscano. In autunno poi non avviene solo la magia della vendemmia. In questa stagione le foglie della vite cambiano colore, e queste colline dense di vitigni diversi diventano una tavolozza di colori caldi, che vanno dal giallo al rosso intenso, passando per il corallo e l’arancione. Un paesaggio che all’alba e al tramonto restituisce i riflessi di un caleidoscopio a cielo aperto, variegato di colori diversi così come sono tanto diverse sono le varietà dei vitigni coltivati. Un paesaggio unico, per una vigna che è un solo grande organismo vivente. Un ecosistema organico fatto di scelte, di cultura, natura e memoria secolare. Una poesia che nasce da una tradizione di fiducia verso la natura, nel sole e nella pioggia e nella benevolenza del destino, oltre che alla generosità di un territorio tanto fertile per la vite, quanto più in generale per lo spirito.

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